Questa mattina, a colazione, ho letto su Riparteilfuturo che la corruzione costa all’Italia 114mila euro al minuto.
114000 euro ogni 60 secondi! Una montagna di denaro. Ero incredulo, tanto abnorme mi sembrava quel dato. Poi è arrivato il consueto appuntamento del pranzo con i notiziari del giorno e tutte le reti parlavano della gigantesca truffa perpetrata ai danni dello Stato, cui sono stati illecitamente sottratti finanziamenti per oltre 80 milioni di euro per un’opera pubblica, il mega porto di Molfetta, che non è stato e non sarà mai realizzato. Gli amministratori locali, a conoscenza delle necessarie ma difficilissime opere di bonifica dei fondali antistanti il porto stesso a causa dell’elevato numero di ordigni bellici ancora da rimuovere, hanno fatto carte false pur di ottenere i finanziamenti pubblici per l’esecuzione di un’opera monumentale che doveva essere già allora catalogata come “irrealizzabile”.
La connivenza tra tutte le parti coinvolte unita alla sempre presente e dilagante corruzione hanno distratto dalle casse dello Stato un quantitativo ingente di capitali che sarebbero potuti essere destinati a scopi ben più appropriati e ben più utili per la collettività. Una corruzione che si annida a tutti i livelli, nei gangli più nascosti e profondi della macchina statale e che attira le attenzioni dei più meschini interessi privati, calamitando le attenzioni delle associazioni di stampo mafioso che da questi grandi appalti hanno sempre e comunque da guadagnare. Una situazione particolare ma che riflette purtroppo una realtà ben più ampia e consuetudinaria.
Quella cifra letta a colazione è di colpo diventata piccola. Indubbiamente realistica. Ogni minuto scompaiono dalle nostre tasche più di 100mila euro e vanno a finire nelle tasche dei corrotti, dei mafiosi, dei malavitosi, delle mele marce di questo sistema che deve trovare al proprio interno l’antidoto in grado di debellare questo enorme male. La corruzione in Italia allontana gli investimenti (soprattutto stranieri), ruba il futuro ai giovani, falsa gli equilibri e i concorsi, vìola le regole. La corruzione distrugge il Paese. Riduce drasticamente i posti di lavoro; spazza via la concorrenza e annienta la meritocrazia.
Rispettare le regole dovrebbe essere un vanto e un motivo di orgoglio. Non fonte di vergogna e di imbarazzo.
Ognuno di noi dovrebbe impegnarsi direttamente e concretamente affinché la corruzione venga combattuta strenuamente. Si tratta di una battaglia che può essere vinta, ma per farlo è necessario essere in tanti, decisi e agguerriti, convinti di essere nel giusto. Sicuri di lottare per il bene proprio, del proprio Paese, dei propri figli. Per il futuro di tutti.
Crediamoci. Un’Italia migliore è possibile.
Se vuoi partecipare attivamente a questa battaglia firma anche tu la petizione: vai su Riparteilfuturo.it