Ieri sera è accaduta una di quelle cose che vanno raccontate, una di quelle che rendono la vita così bella, affascinante e sorprendente. Una di quelle cose che sai già che ricorderai per tutta la vita, per ciò che ha significato e per le emozioni che ha generato.
Ero rilassato su un lettino in riva al mare insieme a mia moglie, su un’isola in mezzo all’oceano; il mare si sentiva respirare, col suo battito regolare di onde che si infrangevano sulla costa; si sentiva ma non si vedeva, dato il buio dell’ora tarda. Ad un certo punto ho intravisto alcuni bagliori davanti a noi e udito alcune urla di sorpresa; due ragazzi brasiliani stavano passeggiando sulla riva e si sono accorti (come ho potuto constatare poco dopo di persona) di uno spettacolo sensazionale, che stava andando in scena proprio davanti ai loro occhi, in quel preciso istante, mentre la notte avanzava nell’indifferenza generale e il fragore delle onde attutiva ogni altro rumore.
Ho intuito cosa stesse accadendo dalle loro grida e così, tolte in un lampo le scarpe, sono corso nella loro direzione attraversando la spiaggia. Quando sono arrivato sono rimasto attonito e un brivido mi ha percorso la schiena. Davanti a me c’erano tante piccole tartarughe marine, appena uscite dalla sabbia e quindi dal loro guscio interrato, venute al mondo proprio in quel momento, in quella notte così stellata e così normale, mentre le persone erano a cena o iniziavano ad andare a letto.
In pochi minuti sono arrivate due volontarie spagnole di una associazione per la protezione delle tartarughe marine. Io ho chiamato subito mia moglie e tutti insieme abbiamo iniziato a dare una mano, affinché quelle piccole e meravigliose creature trovassero al più presto e in sicurezza la strada di casa.
Ci hanno infatti spiegato che le luci artificiali del litorale le disorientano e invece che spingerle verso il mare, come sarebbe naturale, le attirano verso la costa, con grande rischio per tutte loro.
La madre, una tartaruga marina gigante, deve aver scelto questa striscia di sabbia per deporre le uova alcune settimane fa e adesso la natura stava continuando a fare il suo corso, restituendo al mare 46 piccole tartarughe, cui era il momento di dare una mano, senza perdere tempo.
Col passare dei minuti sono arrivate altre persone e altri volontari e tutti insieme, componendo un cordone umano multiculturale e multilingue proveniente da ogni parte del mondo, abbiamo creato un perimetro protettivo che con dei teli neri spingesse le piccole creature verso l’acqua.
Come per magia il nutrito gruppo di piccole tartarughe ha ritrovato la strada smarrita e ha iniziato a muoversi compatto verso l’oceano, rappresentazione plastica di quella Madre Terra che le stava aspettando, pronto ad accoglierle. Sembrava di vedere davanti agli occhi una forza oscura e potentissima, misteriosa e magica, che magneticamente le attirava a sé.
Eravamo colmi di emozione, guardandole avanzare a piccoli e goffi passi verso la loro casa. Quando anche l’ultima ha incontrato sul suo cammino l’onda del mare che era venuta a riprenderla ho sentito le gambe tremarmi… e un bell’applauso è arrivato a liberare quel vortice di emozioni uniche e irripetibili.
Eravamo lì, senza quasi sapere perché, provenienti da tanti paesi diversi e da vari continenti, uniti da una stessa sensibilità e istinto, quello di proteggere quelle creature indifese confuse dalla presenza umana, che così tanto ha mutato il loro paesaggio naturale, nel corso dei secoli. Eravamo lì e sapevamo che stavamo partecipando a qualcosa di unico e straordinario: perché ritrovarsi davanti agli occhi decine di tartarughe marine giganti appena nate è stato come assistere al miracolo della vita, al miracolo enorme e ogni volta incredibile della Natura.
E questo ce lo porteremo per sempre con noi.
Buon viaggio e buona vita, piccole.
– – –
[Le fotografie riportate in questo testo sono di repertorio e provengono da altri siti web; per la sicurezza delle stesse tartarughe infatti nel corso dell’intervento non sono stati utilizzati né smartphone, né torce né altro genere di luci artificiali – che le avrebbero disorientate ulteriormente; dell’evento quindi non ci sono testimonianze fotografiche, dato che è avvenuto in piena notte e con le tutele di cui sopra]