Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo (frase incisa in trenta lingue nel campo di concentramento di Dachau)
Ci sono libri che arrivano fra le mani inaspettati, improvvisi. Molte persone comprano libri che magari leggeranno dopo mesi, o addirittura anni. Li ripongono nella propria libreria in attesa del “momento giusto”, aspettando quella sensazione stimolante e positiva che, come un istinto, ci consegna alla lettura quel testo specifico e unico.
Ma nell’elenco delle “letture da fare” si inseriscono a volte, appunto inaspettati, libri che rubano la scena agli altri, a quelli in paziente attesa sugli scaffali che, gelosi, ci osservano. Era un giorno qualsiasi di Lorenzo Guadagnucci per me è stato uno di questi libri non programmati e non previsti che all’improvviso, grazie ad un dono speciale, mi sono trovato a leggere senza che ne avessi ancora sentito parlare.
Per un lettore come me così appassionato, attento e sensibile ai temi della memoria, è stato un regalo straordinario: la ricerca della verità e la puntuale ricostruzione dei fatti che avvennero a Sant’Anna di Stazzema il 12 agosto 1944, visti con gli occhi del bambino che scampò a quella strage, a quell’eccidio che per troppi anni è rimasto sepolto nella memoria oscura del Paese.
Guadagnucci accompagna per mano il lettore alla scoperta di un territorio estremamente delicato ma a lui vicino e familiare e lo fa adottando un punto di vista convincente e interessante, per nulla scontato. Dopo poche pagine si dimentica agilmente chi è che sta scrivendo e ci si ritrova insieme al piccolo Alberto a Sant’Anna, guardando attraverso i suoi occhi l’inenarrabile.
È anche grazie a libri come questo che gli italiani sono riusciti a prendere finalmente coscienza di quei fatti tragici, che per decenni hanno rappresentato una ferita profonda e aperta nella memoria storica del Paese: una ferita talmente dolorosa da tenerla chiusa nella riservatezza e intimità di una piccola comunità.
Questi libri sono oggi più che mai necessari, vitali: ricordare ciò che è stato e pretendere verità e giustizia non possono essere considerate cose inutili. La memoria non è una cosa morta, la memoria è linfa vitale, è il terreno su cui costruiamo ogni giorno il nostro futuro, è la sintesi di ideali e convinzioni profonde che, come scrive Guadagnucci, “danno senso alla vita”.
Questo è un libro necessario, un libro di cui le persone – e non solo le vittime delle stragi naziste – hanno bisogno. Perché va incontro a quel fortissimo e mai sopito desiderio di verità, di giustizia e di pacificazione storica, con sé stessi e con il proprio passato. Alla fine del libro, mentre lo riponevo sugli scaffali accanto agli altri, ho sentito dentro di me, forte e deciso, il desiderio intimo e profondo di andare a Sant’Anna, per onorare la memoria del Paese. Sicuro, anche, di volerlo fare in un giorno qualsiasi.
Per un ulteriore e doveroso approfondimento si rimanda all’articolo che Guadagnucci stesso ha dedicato al libro nel suo blog, dove si potranno leggere alcune belle interviste e vedere alcuni video di grande interesse:
Era un giorno qualsiasi, di Lorenzo Guadagnucci
Qui è invece possibile trovare il libro e acquistarlo, nel sito dell’editore Terre di mezzo.
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Grazie a Miriam, per questo bellissimo regalo.