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daMOSE da fa’

Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi uomini. Abbiamo solo bisogno di più gente onesta (Benedetto Croce)

In Italia sembra ormai che le persone si siano abituate alla malata, indecente e scandalosa gestione della cosa pubblica: si tratti di denaro, di appalti, di lavori pubblici, di incarichi o commesse…tutto quello che ruota intorno al denaro dei contribuenti ha assunto purtroppo un carattere di reiterata e ingiustificabile assuefazione.

Di fronte a scandali parossistici come quelli degli ultimi mesi, primi fra tutti l’Expo di Milano e il Mose di Venezia, sembrerebbe essersi stratificata nella già assottigliata sensibilità italica una ingente dose di menefreghismo e di preoccupante tolleranza generalizzata, quasi che le vicende che hanno coinvolto ampi strati del tessuto sociale nazionale non riguardino noi comuni cittadini. A queste persone, che sono poi la gran maggioranza, sembra sfuggire il fatto che quella montagna di denaro pubblico distratto dalle casse dello Stato o comunque dirottato verso gli interessi privati di pochi non sia un fatto che le riguarda da vicino. Al contribuente sembra infatti sfuggire che i milioni di euro sottratti dalle bande di farabutti a Milano, a Venezia o altrove non siano in fondo soldi suoi, ma siano dello Stato, visto come entità astratta e lontana di cui diffidare a priori.

L'incredibile scandalo del Mose a Venezia

L’incredibile scandalo del Mose a Venezia

In un Paese civile le persone che corrompono o che vengono corrotte a danno unico della collettività e del bene comune finiscono in galera per molti anni, a volte per sempre; gli viene tolta la possibilità di nuocere ancora alla cosa pubblica e non si vedono, come invece accade sempre in Italia, tornare ancora all’onore delle cronache per gli stessi reati, con gli stessi compari e per le stesse ragioni: corruzione, malaffare, truffa.

Gli italiani hanno perso l’abitudine di indignarsi, questo è certo: non si vedono sollevamenti popolari in nome del rispetto della legalità; non si sentono le urla di protesta di una comunità ferita quotidianamente nel nome e nella dignità, che giorno dopo giorno è chiamata a fare sacrifici enormi ma che poi non vede un trattamento equo nei confronti dei soliti furbetti, che nelle zone d’ombra e spesso al fianco di uomini conniventi dello Stato depredano a man bassa le risorse e i beni della collettività.

L’Expo a Milano ma ancor più il MOSE a Venezia sono l’esempio lampante di un cancro nazionale che risulta impossibile da estirpare, perché non c’è più distinzione fra controllore e controllato, poiché tutti remano nella stessa direzione, che è pur sempre quella dell’illegalità: imprenditori, uomini politici, rappresentanti istituzionali, faccendieri, malavitosi e alti rappresentanti delle forze dell’ordine tutti insieme appassionatamente per frodare lo stato e i cittadini, nel nome del loro unico interesse comune: il denaro.

Capita anzi sovente che quando arrivano gli arresti, spesso eccellenti, ricorra la frase “lo sapevano tutti”: e se così era perché allora nessuno ha denunciato..?!? Perché tutto è stato taciuto e protetto da una cortina di nebbia quasi fosse peccato svelare..?!? Non è forse anche questa omertà..?!

Dovremmo renderci conto che chi ruba allo Stato sta mettendo le mani nelle Nostre tasche. Chi froda, corrompe o raggira la collettività sta danneggiando il Paese intero: chi tradisce il patto di fiducia con i cittadini merita pene severe e durissime, ma soprattutto certe. Chi mette in ridicolo il Nostro Paese e la sua immagine internazionale mina alle fondamenta la sua stessa credibilità; ma soprattutto la Nostra! Chi osserva da fuori spesso non capisce, non riesce a comprendere come queste cose in Italia siano accettate o comunque vagamente tollerate. A volte addirittura ammirate, quando non invidiate. E risparmiamoci almeno l’imbarazzo di sentirci dire dai colpevoli acclarati che “loro non c’entrano”, che “loro sono completamente estranei alla vicenda”, che “hanno piena fiducia nella magistratura” e che “non si dimetteranno”. Perfavore: se non avete la dignità per vergognarvi fatevi da parte almeno per quel Paese che spesso rappresentate così immeritatamente.

Una Nazione è davvero compiuta soprattutto quando è in grado di produrre da sola e al proprio interno gli anticorpi per combattere i mali che la minacciano, allontanando da sé chi la danneggia, isolando i malfattori e facendo emergere quelle persone oneste di cui, come ricordava Croce, c’è così tanto bisogno.

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