La cosa che più colpisce quando si arriva a Villa Adriana è lo stato di abbandono nel quale versa tutta la zona di prima accoglienza. Per un attimo si ha la sensazione che la struttura sia addirittura chiusa: il parcheggio, pur essendo a pagamento, non è né custodito né controllato (e nemmeno curato); lo stabile di prima accoglienza è per metà abbandonato e l’unico “presidio” sembra essere la biglietteria. Si scopre così, fin dal primo momento, che la nostra visita non potrà essere supportata da schede illustrative o da mappe che mostrino, se non i monumenti che andremo a visitare, quantomeno i percorsi che dovremo seguire per non perderci nella vastità della tenuta. Anche all’ingresso nessun controllo ma un semplice tornello e un cartello-legenda che mostra la totalità dei monumenti, ma non i percorsi da fare per raggiungerli. Il visitatore è insomma da subito abbandonato a se stesso.
Ci viene fortunatamente in soccorso la meraviglia dell’Antichità che, in tutta la sua magnificenza e la sua sacralità, si mostra a noi e, nuda, ci riempie il cuore e la mente di sentimenti profondi; è strano descrivere questo tipo di sensazioni ma è noto ai più ciò di cui sto parlando: una gioia mista a stupore e incredulità per quell’immensità in cui s’annega il pensiero di ogni essere umano (per citare Leopardi). Una visione che pressappoco si mostra così:
La pace che si respira da subito ripaga sia del viaggio che della inefficienza dei servizi, cui in verità – e purtroppo – in questo Paese ci siamo ormai abituati. L’udito è assordato dal canto delle cicale e la vista, quasi stordita per la bellezza, lentamente copre uno sterminato spazio di un tempo andato, quando quelle architetture vuote e quelle cadenti volte erano imponenti Palazzi Imperiali, magnifiche ed efficienti terme, immensi stagni per l’intrattenimento della corte imperiale. Con un po’ di fantasia si potrà così immaginare quale fosse la vita in quei luoghi ben 2mila anni fa: colonnati e cariatidi, giochi d’acqua, banchetti sterminati, colori, suoni e profumi di una civiltà che ha lasciato in eredità molto più di quanto riescano a testimoniare scavi e rovine, per quanto belle. Una civiltà modernissima, che secoli e secoli fa ha posto le basi stesse della Modernità, in tutti i suoi aspetti.
Proprio per questo e in qualità di cittadino italiano mi sono vergognato di fronte ai turisti di tutto il Mondo che, da sempre affascinati dal nostro Paese, non ne comprendono contraddizioni così stridenti e insensate: un sito di rilevanza planetaria, un unicum che non a caso è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, nonostante tutto viene presentato agli occhi del visitatore come un luogo abbandonato a se stesso, irrilevante, quasi scomodo perché fonte di costi anziché, come avverrebbe nella gran parte dei Paesi, fonte di lauti guadagni per le casse dello Stato. Investimenti strutturali e soprattutto promozione turistica e culturale potrebbero far lievitare, e di molto, il numero dei visitatori di Villa Adriana: 200mila visitatori in un anno non sono nulla, per un bene così prezioso, bello e unico.
Non è più tempo di stare solo a guardare e di vivere di rendita: abbiamo un Patrimonio incredibile, che tutto il mondo ci invidia: ridiamogli forza e rendiamolo veramente fruibile. Il Paese intero avrebbe da guadagnarci, sia in termini di occupazione che in termini di ritorni diretti e indiretti. L’Italia ha perso gran parte del suo magnetismo, di quella sua capacità attrattiva che lo rendeva mèta ambita e primaria della maggioranza dei viaggiatori e dei turisti. Sono sicuro che anche tra gli italiani sono pochi quelli che hanno visitato Villa Adriana…
Andateci, vedetela, partite con la vostra famiglia anche solo dalla mattina alla sera: trascorrerete una giornata indimenticabile e vi sentirete, nel profondo dell’animo, ancora più innamorati del Nostro Paese. Nonostante tutto.
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Villa Adriana: Largo Marguerite Yourcenar, 1, 00010 Tivoli – Roma – Telefono: 0774 530203
Sito internet: Villa Adriana