La lettura di questo libro, di questo diario, mi ha accompagnato per molti giorni: nel corso della lettura sono passati il 25 aprile, il 2 giugno, il 70esimo della Repubblica Italiana, le celebrazioni per lo storico voto alle donne e l’8 settembre, appunto. Avvenimenti importanti nella storia del nostro Paese e che qui, in queste pagine, escono fuori con forza, ma da un punto di vista inedito e inusuale.
È quella “storia dal basso” a cui i testi dell’Archivio Nazionale dei diari ci hanno abituato, ma è anche la straordinarietà, in questo caso, di chi scrive e racconta: perché Margherita Ianelli è una persona di grandissima tenacia e determinazione, di grande forza d’animo e incredibile resistenza fisica. Margherita però, e questo è l’aspetto che ad ogni pagina emerge e colpisce, è prima di tutto una donna. Una donna che deve fare i conti con una società che marginalizza il genere femminile, lo sottomette, lo considera spesso alla stregua delle bestie, senza nessun diritto ma con tantissimi doveri.
Margherita ci conduce nel suo mondo, ci mostra le cose dal suo peculiare punto di vista e attraverso i fatti e le miserie della sua esistenza ci narra la storia di un Paese spaccato, lacerato dalla guerra, dalla povertà, dalle lotte contadine, dalle manifestazioni operaie, dalla lotta di classe, dall’emancipazione dei figli che, attraverso l’istruzione, cercano di accedere ad un futuro migliore.
Quando si giunge al termine del libro e quindi della storia di Margherita, si rimane quasi senza fiato, come davanti ad un enorme vuoto che vorremmo riempire ancora con quello che lei ha da raccontarci, narratrice instancabile e severa.

Margherita Ianelli: Quando la mia mente iniziò a ricordare
Racconta tutto con franchezza, ogni aspetto della sua esistenza, dai patimenti alla vergogna per la propria miseria, dai tradimenti al contrastato rapporto con il marito, con cui per 50 anni ha dovuto fare i conti per affermare le sue ragioni, le sue opinioni, i suoi diritti. Un arco di tempo lunghissimo, come ce ne sono pochi nei libri ma che per fortuna non sono così rari nei diari e nelle autobiografie conservate a Pieve Santo Stefano; perché sono proprio testi come questo o come quello di Rabito che restituiscono al lettore un’esperienza unica e profonda, permettendogli di entrare in prima persona nell’esistenza di chi, vissuto prima di lui, ha attraversato un periodo storico incredibilmente denso di accadimenti unici e irripetibili, trasformazioni radicali della società e del Paese, condizioni di vita troppo spesso dimenticate da chi, come noi oggi, è abituato a dare per scontato tutto, soprattutto la normalità.
Non c’è normalità, invece, nella vita di questa donna straordinaria, che uno dopo l’altro infila gli eventi della storia e sembra travolgerli con la sua forza e la sua tenacia, anziché esserne travolta; sa che potrà contare sempre e soltanto nelle sue forze e non può permettersi di fermarsi a pensare e tantomeno a lamentarsi.
Fanno ben comprendere la sua inarrestabile forza e determinazione – di cui è ben cosciente – le parole che a metà del libro cuce addosso all’uomo che diventerà poi suo marito, quasi fossero una dichiarazione d’intenti nei confronti del genere maschile, cui la donna era in genere sottomessa: Per la mia irruenta personalità; per la mia dinamicità e forza, che avrei distrutto un uomo solo a guardarlo.
Ecco, questa era Margherita Ianelli. Questa la donna che, non più giovane con 6 figli a cui pensare e col lavoro nei campi a cui badare, decide di rimettersi sui libri per studiare, per quel bisogno di riscatto che l’ha accompagnata durante tutta la sua vita, per dimostrare a tutti, alla fine, di avercela fatta, ancora una volta. Conoscere la vita delle persone, e di certe persone in particolare, ci aiuta a comprendere la nostra, ci fa guardare al futuro con occhi diversi, pieni di consapevolezza. Ci aiuta a nutrire la mente con i valori che hanno contraddistinto chi questo Paese ha contribuito a renderlo migliore, seguendo quei principi tanto semplici quanto fondamentali e moderni, attuali.
Sono stato un po’ prolisso e mi perdonerà il lettore, ma questo è un libro che va letto; è un libro che fa capire bene il valore della memoria, della scrittura; e della vita. Un libro che tutti dovremmo avere.
Non conoscevo questa storia, grazie!
"Mi piace"Piace a 1 persona